Quirinale giorno 2: Dal centrodestra prove generali di elezione mentre si cerca un nome condiviso

Nella seconda giornata di votazioni si registra un altro giro di schede bianche con conseguente fumata nera. Tra conferenze stampa congiunte e nomi di bandiera si cerca convergere verso un nome comune. E se il centrodestra avesse già i numeri?

Sul Colle sventola scheda bianca. Come da copione anche la seconda votazione per l’elezione del capo dello stato non ha dato risultati e si è chiusa, in largo anticipo rispetto alla giornata di lunedì, con 527 schede bianche. I più attenti forse noteranno che le schede bianche sono diminuite notevolmente rispetto alle 672 del giorno precedente. È un segnale che qualcosa si muove? Assolutamente no. È solo il frutto della decisione dei parlamentari di porre fine a quella serietà di cui vi avevamo parlato ieri votando i nomi più disparati, da Nino Frassica ad Enrico Ruggeri che prende addirittura 4 voti. Al di là di questo poco cambia: trionfo di schede bianche ed ex cinque stelle che di nuovo votano in blocco Paolo Maddalena (39 voti). Unica variazione significativa si ha sul numero dei grandi elettori che da ieri tornano ad essere 1009 a seguito della proclamazione di Maria Rosa Sessa (Forza Italia) al posto di Vincenzo Fasano, deputato forzista deceduto domenica.

Qui si esaurisce la cronaca dal Palazzo. Ma è fuori dal Parlamento, negli uffici e nei ristoranti romani, che si gioca la partita vera. Ed il primo tempo va al centrodestra che alle 16.29 con una conferenza stampa congiunta dei tre leader Salvini, Meloni e Tajani annuncia una rosa di tre nomi per il Quirinale: Letizia Moratti, Marcello Pera, Carlo Nordio. Tre nomi di bandiera che, e lo sanno bene anche nel centrodestra, sono assolutamente irricevibili da PD, LeU e Movimento 5 Stelle che come previsto rispondono con un secco “no” ma si dicono disponibili al dialogo al punto da non presentare nomi alternativi per non rompere quel sottile equilibrio che si va creando. Ma allora perché il centrodestra avrebbe presentato tre nomi pur sapendoli irricevibili? Per smuovere la situazione in vista di domani quando, lo ricordiamo, il quorum scenderà a 506 grandi elettori. L’obiettivo è, insomma, quello di far uscire allo scoperto il centrosinistra che a questo punto per non andare al muro contro muro sarà costretto a sedersi a un tavolo con i leader della parte opposta per trattare su un nome esterno a quella rosa. Tra quei tre nomi, infatti, ne manca uno molto più autorevole: Maria Elisabetta Casellati, l’attuale presidente del Senato. E proprio lei sarebbe il candidato su cui vuole puntare il centrodestra. Un nome non fatto per proteggere la sua candidatura, per non “bruciarla” come si dice in gergo. È la carta coperta su cui andare in all in, o quasi, in vista di domani.

Oggi, insomma, è la giornata chiave e a condurre le danze sarà ancora una volta il centrodestra che vuole chiudere la partita ed eleggere domani o massimo venerdì il nuovo Capo dello Stato. Il vertice tra i due schieramenti, che si terrà a breve, potrebbe portare ad un nome condiviso o a una rottura. Mentre scendono le quotazioni di Draghi, su cui anche il PD sembra sempre più spaccato, restano alte quelle del centrista Casini. Proprio su di lui potrebbero convergere le varie forze politiche considerando che il centrosinistra farà verosimilmente di tutto per scongiurare l’elezione della Casellati, che rappresenterebbe di fatto la vittoria del centrodestra. Ma se il tavolo oggi dovesse saltare lo scenario cambierebbe e non poco. Uno strappo oggi significherebbe l’addio all’ipotesi di un candidato condiviso e la caccia del centrodestra ai voti necessari per raggiungere il quorum ed eleggere il proprio presidente che, a quel punto, potrebbe essere davvero la Presidente del Senato.

È uno scenario così impossibile? Forse no. Il centrodestra, che conta 457 grandi elettori, avrebbe infatti bisogno di fatto di trovare una cinquantina di voti fuori dai propri gruppi parlamentari. Nulla di così impossibile nella legislatura con il gruppo misto più grande di sempre. In questo scenario, che ricordiamo essere assolutamente ipotetico, i primi a confluire nel centrodestra potrebbero essere i 43 grandi elettori di Italia Viva che da sempre guardano con interesse a quel lato dell’emiciclo. Ancora non basterebbe. Ma a votare con il centrodestra potrebbe esserci un altro gruppo che in questi giorni sta facendo parlare di sé: gli ex 5 Stelle. Quei 35-40 grandi elettori che in questi giorni votano compatti per Maddalena. Con i loro voti di lunedì e di ieri hanno dimostrato il loro peso, offrendosi di fatto al miglior acquirente come pacchetto di voti sicuro. E l’acquirente, stando a quanto hanno rivelato a chi scrive fonti vicine al gruppo, sarebbe arrivato proprio dal centrodestra che nella giornata di ieri avrebbe trovato un accordo per farli confluire nelle proprie fila da domai. A quel punto il quorum sarebbe ampiamente superato. 457 dal centrodestra, 43 da Italia Viva e altri 35 dagli ex Cinque stelle a cui aggiungere qualche franco tiratore del centrosinistra e almeno una quindicina del misto. I numeri per eleggersi il proprio capo dello stato, insomma, il centrodestra li ha.

Lo farà? Difficile. Più facile che il Centrodestra utilizzi questi numeri, se confermati, per fare pressione sul Centrosinistra. Nessuno vuole uno strappo, che significherebbe di fatto caduta del governo ed instabilità politica ai massimi storici. Oggi si cercherà di convergere su un nome, e non è da escludere che il Centrodestra possa votare in blocco uno dei tre nomi fatti ieri uscendo dalla logica della scheda bianca per far vedere il suo peso effettive. Domani le carte saranno tutte sul tavolo. Domani si fa sul serio.


Le immagini che resteranno:

  1. Prove tecniche di insediamento: Il gran giorno è vicino. Al Quirinale sono già iniziati i preparativi per la cerimonia di insediamento e nella giornata di ieri davanti al Quirinale hanno sfilato la fanfara a cavallo dei Carabinieri, i corazzieri a cavallo e la mitica Lancia Flaminia a bordo della quale il nuovo presidente farà il suo ingresso a palazzo.
  2. I King (o Queen) maker: Alla conferenza stampa del pomeriggio di ieri i leader del centrodestra escono allo scoperto. Sono loro ad avere in mano la partita del Quirinale.
  3. Il giovane Casini: Un Casini giovanissimo che parla ad un comizio e la frase “la passione politica è la mia vita”. Un post sibillino dell’eterno centrista su Instagram che sa tanto di candidatura al Colle.

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