Verso il voto: la galassia complottista e no-vax candidata alle amministrative

Con la chiusura delle liste per le prossime amministrative si è definito il quadro dei candidati. Tra di loro, soprattutto nelle città principali, spicca la presenza di liste e candidati apertamente contrari a vaccini e green pass che fanno leva su teorie complottiste.

La corsa alle amministrative del 3 ottobre entra nel vivo. Dopo la presentazione delle liste e dei candidati sindaco nei 1.349 comuni chiamati al voto, le campagne elettorali entrano nel vivo con la presentazione dei programmi e dei temi a cui ogni lista vuole dare la priorità. Tra i tanti temi al centro dei dibattiti, soprattutto nelle grandi città, c’è inevitabilmente quello legato alla pandemia ed alla campagna vaccinale. E così tra i candidati spunta una schiera di complottisti, “no green pass” e “no vax” raccolti, quasi sempre nel “Movimento 3V – Vacini, vogliamo verità”.

Nato nel 2019 come partito antisistema, il Movimento 3V ha trovato nuova linfa per i suoi slogan grazie alla pandemia. Sul loro sito si presentano come “l’unico partito che mette al centro il benessere del cittadino” pronto a porsi come “baluardo contro le vessazioni degli attuali provvedimenti politici contrari alla Costituzione, ai diritti umani e a qualsiasi forma di etica”. Il primo nemico è, ovviamente, la campagna vaccinale portata avanti dal governo e definita “una guerra lampo in cui a crollare sono i diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla Costituzione”. Sul sito del movimento, poi, è presente la lista delle “15 ragioni di medici e scienziati che ci convincono a non vaccinarci” con al primo posto una motivazione che sembra aver poco a che fare con la scienza: “io non sono una cavia”. Ma ad animare il Movimento 3V non sono solo i vaccini e l’opposizione ad una fantomatica “dittatura sanitaria”. Tra le ultime battaglie si registrano anche quelle contro i pagamenti con carte di credito, con tanto di hashtag #iopagoincontanti “contro la moneta elettronica in difesa della libertà e dell’economia delle persone reali”, e contro il 5G e l’aumento dell’elettrosmog.

Dopo gli scarsi risultati ottenuti nelle regionali del 2020, il Movimento 3V sembra pronto per un salto di qualità che potrebbe portarlo ad approdare in qualche consiglio comunale cavalcando l’orda ribelle che nelle ultime settimane sta agitando le piazze di diverse città. Così, in vista delle amministrative in quasi tutte le principali città sono presenti candidati sindaci di questo schieramento: da Trieste, dove il candidato sindaco Ugo Rossi si fregia di aver collaborato con Silvia Cunial per fermare il 5G, a Bologna, dove Andrea Tosatto non ha dubbi: “La politica ha cambiato il concetto di pandemia dipingendo un virus perfettamente curabile come un killer fantasma”. Poi Milano, Rimini, Torino, Roma, Napoli e così via con un totale di 9 candidati sindaci “no-vax” che tenteranno l’assalto ai consigli comunali.

Ma in molte città, il movimento 3V dovrà contendersi i voti della galassia no vax con tutti quei partiti che strizzano l’occhio a negazionisti e complottisti. In primis “ItalExit”, guidato dall’ex 5 stelle Gianluigi Paragone che pur puntando tutto sull’uscita dall’euro facendo leva sulle difficoltà economiche dei cittadini sta cavalcando da settimane l’onda delle proteste contro vaccini e green pass. E se a Milano il candidato sindaco sarà proprio Paragone, per Torino ItalExit ha scelto Ivano Verra che di recente ha affermato che “c’è chi è pronto a baciare i malati di Covid per contrarre il virus piuttosto che vaccinarsi”, e che “Carla Fracci e Raffaella Carrà dimostrano le conseguenze del vaccino essendo morte dopo averlo fatto”.

Ma se il movimento 3V e ItalExit rappresentano i casi più estremi di “anti sistema” e non nascondono le loro idee complottiste e no vax, c’è anche una parte della politica “istituzionale” pronta a raccogliere i voti dei ribelli del vaccino. Lega e Fratelli d’Italia, infatti, mentre pubblicamente condannano le teorie complottiste non hanno mai smesso di ammiccare alle posizioni opposte. Non solo intervenendo più volte in modo ambiguo su questioni come vaccini e green pass ma anche, e soprattutto, candidando in diversi comuni esponenti di quella stessa galassia negazionista e no vax. Il caso più estremo è senza dubbio quello di Francesca Benevento, candidata a sostegno di Michetti nella capitale, apertamente antisemita e no-vax che si è scagliata contro il ministro Speranza definendolo “il ministro ebreo ashkenazita formato dalla McKinsey, che riceve ordini dall’élite finanziaria ebraica”.

Una schiera di no vax e no green pass, insomma, si contenderà i voti di chi nelle ultime settimane scendi in piazza per ribadire la propria contrarietà alle regole pensate per arginare una pandemia che ha già fatto oltre 130mila vittime nel nostro paese. Resta da vedere quale seguito avranno e quanti, effettivamente, saranno pronti a sostenerli alle urne. 

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