Come si ottiene la cittadinanza se non sei Luis Suarez

“Non siamo troppo neri, siamo solamente troppo poveri”
Da ora chiamatelo Luigi. Perché a sei anni dal clamoroso morso con cui stese Chiellini ai mondiali brasiliani, in quell’ormai celebre Italia – Uruguay che ci condannò all’eliminazione in uno dei più brutti mondiali della nostra storia, Luis Suarez ha passato il test linguistico per ottenere la cittadinanza italiana. L’ottenimento del passaporto, ormai a un passo per il calciatore del Barcellona, con tempistiche così brevi ha però scatenato la rabbia di chi pur vivendo in Italia da anni non si vede riconoscere la cittadinanza italiana.

La situazione – Tutto è iniziato nelle ultime settimane di agosto. Dopo i capricci di Messi, che per mesi ha chiesto il trasferimento salvo poi decidere di rimanere in Catalogna, a Barcellona ha preso il via la telenovela Suarez. Il nuovo allenatore dei blaugrana, l’olandese Ronald Koeman, ha infatti messo fuori squadra l’attaccante uruguaiano dando il via alle inevitabili indiscrezioni sul suo futuro. Nonostante i 33 anni e uno stipendio non indifferente, attualmente 15 milioni l’anno, il centravanti ha ovviamente attirato l’attenzione di diversi club che in queste settimane si stanno muovendo per portare “El pistolero” alla propria corte. Tra i club più interessati ci sarebbero però anche la Juventus e l’Inter, con i bianconeri che sarebbero in vantaggio rispetto alla concorrenza.
Il regolamento del campionato italiano, però, in fatto di giocatori stranieri parla chiaro: si possono tesserare al massimo due extracomunitari ogni stagione. Da questa norma sono nati i problemi per il club di Torino che in questa finestra di calciomercato ha già acquistato il brasiliano Arthur e lo statunitense McKennie esaurendo così gli slot disponibili. Sogno sfumato dunque? Assolutamente no. Il giocatore, infatti, facendo leva sulle lontane origini italiane della moglie Sofia Balbi ha deciso di richiedere la cittadinanza italiana per diventare ufficialmente comunitario e potersi aggregare ai bianconeri entro la fine del mercato prevista per il 5 ottobre. I tempi stringono e così parte la procedura lampo per italianizzare l’uruguagio. Nel giro di qualche settimana vengono risolte le pratiche burocratiche e giovedì Suarez ha sostenuto il test di lingua presso l’Università di Perugia. Risultato? Test superato in mezz’ora e certificato di lingua italiana (livello B1) ottenuto con successo. In meno di un mese, dunque, Luis Suarez è diventato cittadino Italiano ed ora non gli resta che attendere la conferma da parte del Ministero per poter finalmente trattare liberamente e concretamente con la Juventus.
Cittadinanza – Dal punto di vista strettamente legale, l’ottenimento della cittadinanza italiana per Luis Suarez è inattaccabile. La situazione del giocatore infatti rientra nelle casistiche per cui può essere concesso il passaporto italiano ad un cittadino straniero. Sulla base del decreto sicurezza, per la concessione della cittadinanza per matrimonio è necessario risiedere legalmente in Italia da almeno 12 mesi, in presenza di figli nati o adottati dai coniugi; o risiedere da almeno 24 mesi con il cittadino italiano. In caso di residenza all’estero, e questo è il caso di Suarez che è sposato con Sofia Balbi da 11 anni, si può inviare la pratica solo dopo 18 mesi in presenza di figli o dopo 36 mesi dalla data del matrimonio. Se si rispettano questi requisiti e si dimostra, attraverso un apposto esame sostenibile in 3 università per stranieri (Roma Tre, Perugia e Siena), di avere una buona conoscenza della lingua è possibile dunque ottenere la cittadinanza italiana.
Diversamente, come specificato sul sito del Ministero dell’Interno, la cittadinanza italiana può essere ottenuta “iure sanguinis” ovvero se si nasce o si viene adottati da cittadini italiani. Ma se i genitori sono stranieri o se si arriva in Italia per altri motivi la questione cambia visibilmente. Per i cittadini stranieri residenti in modo regolare nel nostro paese è infatti richiesta oltre ad una permanenza continuativa di almeno 10 anni anche il rispetto di determinati requisiti: “In particolare” si legge sul sito del Ministero “il richiedente deve dimostrare di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali, di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica.” Paradossalmente invece va peggio a chi nasce in Italia da cittadini stranieri. A loro infatti la cittadinanza italiana può essere riconosciuta solamente al compimento del diciottesimo anno di età. 18 anni per ottenere la cittadinanza del luogo in cui sono nati.

E sono proprio le tempistiche con cui Suarez ha ottenuto la cittadinanza ad aver scatenato le polemiche. Perché se da un lato si può chiudere un occhio sul superamento di un test di lingua che in mezzora ha attestato un livello di conoscenza dell’idioma straordinario e una capacità di comunicazione sostanzialmente perfetta, dall’altro è inevitabile chiedersi come sia possibile che nel giro di un mese si sia svolto completamente l’iter per l’ottenimento della cittadinanza. Pur non essendo prevista per legge una durata minima del processo di ottenimento del passaporto italiano questa rapidità non si è mai vista in nessun altro caso. In un paese dominato dalla burocrazia, infatti, l’ottenimento della cittadinanza si può prolungare per tempi sostanzialmente infiniti. Se prima del decreto sicurezza si prevedeva che la conclusione del procedimento di rilascio dovesse avvenire entro 2 anni dal momento della presentazione della domanda, con la nuova normativa introdotta dal governo gialloverde questo termine massimo è stato spostato a 48 mesi: quattro lunghissimi anni di attesa prima di diventare cittadino italiano.
Quattro anni se si è un comune mortale. Se si è un giocatore che guadagna 15milioni l’anno per segnare 21 gol a stagione, le regole non valgono. O meglio, se una delle principali società italiane ha bisogno che quel calciatore ottenga la cittadinanza in tempi brevi le regole non valgono. Non è Luis Suarez il problema. Non è l’avere i soldi che gli ha permesso di ottenere la cittadinanza. Il problema è un sistema in cui non conta il colore della pelle, non conta il conto in banca né conta se arrivi in Italia a bordo del tuo aereo privato: contano potere e utilità. Il problema è un sistema in cui se la principale squadra di calcio italiana ha bisogno di un giocatore si è pronti a tutto per farlo arrivare. Perché se al posto di Luis Suarez ci fosse stato un qualunque extracomunitario e al posto della Juventus ci fosse stata una squadra di serie C, in un mese la pratica per la cittadinanza non sarebbe nemmeno stata aperta.