Chi è Michele Senese: il re pazzo che si è preso Roma
Questa mattina i carabinieri della capitale hanno condotto la seconda operazione anticamorra in pochi mesi. Tra gli arrestati spicca il nome di Michele Senese, detto ‘o Pazzo a causa delle perizio psichiatriche con cui ha evitato per decenni accuse e condanne. Ecco chi era il “capo indiscusso della capitale”.

La capitale si sveglia con il suono delle volanti che che attraversano la città semi deserta a sirene spiegate seguite dall’alto dagli elicotteri dei carabinieri. I militari dell’arma si spostano da un lato all’altro della città ed irrompono nelle abitazioni per portare a termine il secondo blitz anticamorra in pochi mesi dopo quello che nel luglio scorso aveva già colpito la famiglia Senese. Ancora una volta, in questa nuova operazione, nel mirino degli inquirenti ci sono gli interessi del clan che viene colpito al cuore con 28 arresti per soggetti ritenuti appartenenti ad un’organizzazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e, a vario titolo, di estorsione, detenzione e porto illegale di armi, lesioni personali gravissime, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, reati, per la maggior parte, aggravati dal metodo mafioso.
Tra le misure cautelari eseguite stamattina c’è anche quella nei confronti di Michele Senese, detto ‘o Pazzo per le numerose perizie psichiatriche con cui ha evitato per anni arresti e condanne. È lui il fulcro dell’organizzazione. È lui che dal carcere di Catanzaro, dove sta scontando una condanna quale mandante dell’omicidio del boss della Marranella Giuseppe Carlino, tesseva le fila di un cartello della droga divenuto egemone nella capitale. “A Roma comanda tutto lui. Senese è il capo indiscusso della capitale” dicevano di lui i suoi sodali e, a quanto pare, non avevano tutti i torti. Secondo gli inquirenti, infatti, sotto la guida di Senese avrebbero agito diversi gruppi criminali dediti al traffico e alla vendita di stupefacenti raccolti in un’organizzazione sovraordinata in grado di coordinare e controllare i sodalizi autonomi. In questo modo Michele ‘o Pazzo aveva il controllo quasi assoluto del narcotraffico e delle attività criminali che si svolgevano sul territorio romano. Sotto di lui operavano boss emergenti come Maurizio Monterisi che gestiva il traffico e le piazze nel quartiere di Tor Bella Monaca, o Domenico di Giovanni che insieme al figlio Ugo aveva il controllo dell’area tra Tuscolano e Cinecittà. E torna a comparire nelle carte degli inquirenti anche il nome di Fabrizio Piscitelli, l’ultras della Lazio noto come Diabolik ucciso in un agguato nell’agosto 2019. Secondo le indagini Piscitelli sarebbe stato parte integrante del cartello controllato da Senese e sarebbe stato a capo di una banda criminale dedita all’importazione e alla distribuzione di ingenti quantità di stupefacenti dal Sudamerica.

Quello di Michele Senese, però, non è certo un nome nuovo per le cronache romane. Nato nel 1957 ad Afragola, Senese arriva nella capitale negli anni ’80 come uomo di fiducia del clan Moccia con il compito di stanare e uccidere gli affiliati alla Nco di Cutolo che proprio su Roma voleva espandere i propri interessi. Ma ‘o pazzo non si limiterà a quello. Nel giro di pochi anni aumenta il suo potere e il suo prestigio diventando un pezzo da novanta della criminalità campana nella Capitale. Tra il 1987 e il 1990 importa hashish e cocaina dalla Spagna attraverso il clan Gallo di Torre Annunziata, tra il 1991 e il 1992 si allea con gli Abate di San Giorgio a Cremano e comincia a importare anche eroina dalla Turchia. Stringe rapporti con la malavita locale sugellando un’ascesa che a fine anni ’90 lo vede in una posizione egemone che lo pone tra le più importanti personalità criminali di Roma. Laurentino, Cinecittà, Tuscolano, Primavalle, Ostia, Torvaianica, Fiumicino, Ciampino, le piazze di spaccio dei principali quartieri della città eterna iniziano ad avere un unico fornitore in grado di controllare l’attività ovunque. L’ex enfant prodige di Afragola in meno di 20 anni ha conquistato Roma diventando “il capo indiscusso della Capitale”. Nel 2009, quando viene arrestato per la prima volta nell’ambito dell’operazione Orchidea, gli inquirenti tracciano di lui il ritratto di un personaggio in grado di comandare, organizzare, coordinare. Uno capace di fare da punto di riferimento per le altre forze criminali. Tornato libero per qualche anno, nel 2014 arriva la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giuseppe Carlino, boss della Marranella ucciso nel 2001 sul lungomare di Torvaianica. Senese lo avrebbe ucciso per vendicare l’omicidio del fratello Gennaro ma questa volta nessuna perizia psichiatrica è riuscito a salvarlo. Ma l’arresto di Senese non ha fermato né il clan né tantomeno lui. Michele Senese ha infatti continuato a svolgere un ruolo di vertice dal carcere durante la detenzione organizzando le attività dei suoi sodali anche a distanza.